Un corso in Miracoli, Libro degli Esercizi
INTRODUZIONE
Una base teorica come quella fornita dal testo è una struttura necessaria per rendere significativi gli esercizi di questo volume. Tuttavia è il fare gli esercizi che renderà possibile raggiungere l’obiettivo del corso. Una mente non addestrata non può realizzare nulla. Lo scopo di questo libro di esercizi è di addestrare la tua mente a pensare secondo le linee del testo.
Gli esercizi sono molto semplici. Non richiedono molto tempo e non è importante dove li fai. Non richiedono preparazione. Il periodo di addestramento è un di anno. Gli esercizi sono numerati da 1 a 365.
Non cercare di farne più di uno al giorno.
Questo libro di esercizi è suddiviso in due sezioni principali: la prima si occupa di disfare il tuo attuale modo di vedere, la seconda riguarda l’acquisizione della vera percezione. Ad eccezione dei periodi di ripasso gli esercizi di ogni giorno sono pianificati intorno a un’idea centrale che è espressa per prima. Questa è seguita da una descrizione delle procedure specifiche con cui applicare l’idea del giorno.
Lo scopo di questo libro di esercizi è di addestrare la tua mente in modo sistematico perché giunga a una percezione diversa di ogni persona e di ogni cosa nel mondo. Gli esercizi sono pianificati per aiutarti a generalizzare le lezioni, affinché tu capisca che ciascuna di esse è ugualmente applicabile a tutto ciò che vedi e a tutti.
Il trasferimento dell’addestramento nella percezione vera non procede allo stesso modo del trasferimento dell’addestramento nel mondo. Se si raggiunge la vera percezione in relazione a una persona, situazione o evento, è certo il trasferimento totale a tutto e a tutti. D’altro canto, una sola eccezione tenuta separata dalla vera percezione, rende il suo raggiungimento ovunque impossibile.
Allora le uniche regole generali da osservare sempre sono: primo, che gli esercizi siano messi in pratica in modo molto specifico, come sarà indicato. Questo ti aiuterà a generalizzare le idee implicate in ogni situazione in cui ti trovi e a ogni persona e cosa che sono parte di questa situazione. Secondo, accertati di non decidere che ci sono per te alcune persone, situazioni o cose a cui queste idee non siano applicabili. Questo interferirebbe con il trasferimento dell’addestramento. L’essenza della vera percezione è che essa non ha limiti. È l’opposto del modo in cui vedi adesso.
Lo scopo generale degli esercizi è di aumentare la tua capacità di estendere a tutto le idee che metterai in pratica. Questo non richiederà alcuno sforzo da parte tua. Gli esercizi stessi soddisfano le condizioni necessarie perché questo tipo di trasferimento possa avvenire.
Alcune delle idee presentate nel libro di esercizi ti risulteranno difficili da credere, altre potranno sembrare alquanto sbalorditive. Questo non ha alcuna importanza. Ti viene semplicemente chiesto di applicare le idee secondo la direzione ricevuta. Non ti si chiede affatto di giudicarle. Ti si chiede solo di usarle. È il loro uso che darà loro significato per te e ti mostrerà che sono vere.
Ricorda solo questo: non è necessario che tu creda alle idee, non è necessario che tu le accetti e nemmeno che tu le accolga volentieri. Ad alcune opporrai attiva resistenza. Niente di tutto ciò ha importanza, né ridurrà la loro efficacia. Ma non permetterti di fare eccezioni nell’applicare le idee contenute in questo libro di esercizi, e qualunque siano le tue reazioni ad esse, usale. Non viene richiesto nulla più di questo.
LEZIONE 1
Nulla di ciò che vedo in questa stanza [in questa strada, da questa finestra, in questo luogo] ha alcun significato.
Ora guardati intorno lentamente, ed esercitati ad applicare questa idea in maniera molto specifica ad ogni cosa che vedi:
Questo tavolo non significa nulla.
Questa sedia non significa nulla.
Questa mano non significa nulla.
Questo piede non significa nulla.
Questa penna non significa nulla.
Quindi guarda più lontano, oltre ciò che si trova nelle immediate vicinanze, ed applica l’idea ad un campo più ampio:
Quella porta non significa nulla.
Quel corpo non significa nulla.
Quella lampada non significa nulla.
Quel cartello non significa nulla.
Quell’ombra non significa nulla.
Nota che queste affermazioni non sono ordinate in alcun modo, e non prendere in considerazione le differenze tra le varie cose a cui le stai applicando. Questo è lo scopo dell’esercizio. L’affermazione deve semplicemente essere applicata a qualsiasi cosa vedi. Mentre pratichi l’idea di oggi, usala in maniera del tutto indiscriminata. Non cercare di applicarla a tutto ciò che vedi, poiché questi esercizi non devono diventare ritualistici. Assicurati soltanto che nulla di ciò che vedi venga specificatamente escluso. Per quanto concerne l’applicazione di questa idea, una cosa vale l’altra.
Ognuna delle prime tre lezioni non dovrebbe essere fatta più di due volte al giorno, preferibilmente al mattino e alla sera. Né devono essere praticate per più di un minuto circa, a meno che ciò non comporti un senso di fretta. È essenziale, al contrario, sentirsi comodamente a proprio agio.
Una base teorica come quella fornita dal testo è una struttura necessaria per rendere significativi gli esercizi di questo volume. Tuttavia è il fare gli esercizi che renderà possibile raggiungere l’obiettivo del corso. Una mente non addestrata non può realizzare nulla. Lo scopo di questo libro di esercizi è di addestrare la tua mente a pensare secondo le linee del testo.
Gli esercizi sono molto semplici. Non richiedono molto tempo e non è importante dove li fai. Non richiedono preparazione. Il periodo di addestramento è un di anno. Gli esercizi sono numerati da 1 a 365.
Non cercare di farne più di uno al giorno.
Questo libro di esercizi è suddiviso in due sezioni principali: la prima si occupa di disfare il tuo attuale modo di vedere, la seconda riguarda l’acquisizione della vera percezione. Ad eccezione dei periodi di ripasso gli esercizi di ogni giorno sono pianificati intorno a un’idea centrale che è espressa per prima. Questa è seguita da una descrizione delle procedure specifiche con cui applicare l’idea del giorno.
Lo scopo di questo libro di esercizi è di addestrare la tua mente in modo sistematico perché giunga a una percezione diversa di ogni persona e di ogni cosa nel mondo. Gli esercizi sono pianificati per aiutarti a generalizzare le lezioni, affinché tu capisca che ciascuna di esse è ugualmente applicabile a tutto ciò che vedi e a tutti.
Il trasferimento dell’addestramento nella percezione vera non procede allo stesso modo del trasferimento dell’addestramento nel mondo. Se si raggiunge la vera percezione in relazione a una persona, situazione o evento, è certo il trasferimento totale a tutto e a tutti. D’altro canto, una sola eccezione tenuta separata dalla vera percezione, rende il suo raggiungimento ovunque impossibile.
Allora le uniche regole generali da osservare sempre sono: primo, che gli esercizi siano messi in pratica in modo molto specifico, come sarà indicato. Questo ti aiuterà a generalizzare le idee implicate in ogni situazione in cui ti trovi e a ogni persona e cosa che sono parte di questa situazione. Secondo, accertati di non decidere che ci sono per te alcune persone, situazioni o cose a cui queste idee non siano applicabili. Questo interferirebbe con il trasferimento dell’addestramento. L’essenza della vera percezione è che essa non ha limiti. È l’opposto del modo in cui vedi adesso.
Lo scopo generale degli esercizi è di aumentare la tua capacità di estendere a tutto le idee che metterai in pratica. Questo non richiederà alcuno sforzo da parte tua. Gli esercizi stessi soddisfano le condizioni necessarie perché questo tipo di trasferimento possa avvenire.
Alcune delle idee presentate nel libro di esercizi ti risulteranno difficili da credere, altre potranno sembrare alquanto sbalorditive. Questo non ha alcuna importanza. Ti viene semplicemente chiesto di applicare le idee secondo la direzione ricevuta. Non ti si chiede affatto di giudicarle. Ti si chiede solo di usarle. È il loro uso che darà loro significato per te e ti mostrerà che sono vere.
Ricorda solo questo: non è necessario che tu creda alle idee, non è necessario che tu le accetti e nemmeno che tu le accolga volentieri. Ad alcune opporrai attiva resistenza. Niente di tutto ciò ha importanza, né ridurrà la loro efficacia. Ma non permetterti di fare eccezioni nell’applicare le idee contenute in questo libro di esercizi, e qualunque siano le tue reazioni ad esse, usale. Non viene richiesto nulla più di questo.
LEZIONE 1
Nulla di ciò che vedo in questa stanza [in questa strada, da questa finestra, in questo luogo] ha alcun significato.
Ora guardati intorno lentamente, ed esercitati ad applicare questa idea in maniera molto specifica ad ogni cosa che vedi:
Questo tavolo non significa nulla.
Questa sedia non significa nulla.
Questa mano non significa nulla.
Questo piede non significa nulla.
Questa penna non significa nulla.
Quindi guarda più lontano, oltre ciò che si trova nelle immediate vicinanze, ed applica l’idea ad un campo più ampio:
Quella porta non significa nulla.
Quel corpo non significa nulla.
Quella lampada non significa nulla.
Quel cartello non significa nulla.
Quell’ombra non significa nulla.
Nota che queste affermazioni non sono ordinate in alcun modo, e non prendere in considerazione le differenze tra le varie cose a cui le stai applicando. Questo è lo scopo dell’esercizio. L’affermazione deve semplicemente essere applicata a qualsiasi cosa vedi. Mentre pratichi l’idea di oggi, usala in maniera del tutto indiscriminata. Non cercare di applicarla a tutto ciò che vedi, poiché questi esercizi non devono diventare ritualistici. Assicurati soltanto che nulla di ciò che vedi venga specificatamente escluso. Per quanto concerne l’applicazione di questa idea, una cosa vale l’altra.
Ognuna delle prime tre lezioni non dovrebbe essere fatta più di due volte al giorno, preferibilmente al mattino e alla sera. Né devono essere praticate per più di un minuto circa, a meno che ciò non comporti un senso di fretta. È essenziale, al contrario, sentirsi comodamente a proprio agio.
LEZIONE 2
Io ho dato a tutto ciò che vedo in questa stanza [in questa strada, da questa finestra, in questo luogo] tutto il significato che ha per me.
Gli esercizi con questa idea sono gli stessi di quelli per la prima lezione. Inizia con le cose che ti sono vicine, e applica l’idea a qualsiasi cosa su cui si posi il tuo sguardo. Poi aumenta il campo d’azione verso l’esterno. Gira la testa in modo da includere qualsiasi cosa ci sia su entrambi i lati. Se possibile, voltati e applica l’idea ciò che c’era dietro di te. Mantieniti il più indiscriminato possibile nel selezionare i soggetti su cui applicarla, non concentrarti su nulla in particolare, e non cercare di includere tutto ciò che vedi in una certa area, altrimenti introdurrai tensione nell’esercizio.
Guardati intorno semplicemente e abbastanza velocemente, cercando di evitare di selezionare a seconda della dimensione, lucentezza, colore, materiale o importanza relativa per te. Prendi i soggetti semplicemente man mano che li vedi. Cerca di applicare l’esercizio con eguale facilità a un corpo o a un bottone, a una mosca o a un pavimento, a un braccio o a una mela. L’unico criterio per applicare l’idea a qualcosa è semplicemente che i tuoi occhi vi si siano posati sopra. Non cercare di includere niente di particolare, ma sii certo di non escludere niente di specifico.
LEZIONE 3
Io non comprendo nulla di ciò che vedo in questa stanza[in questa strada, da questa finestra, in questo luogo].
Applica questa idea allo stesso modo delle precedenti, senza fare distinzioni di nessun tipo. Qualsiasi cosa vedi diventa un soggetto adatto all’applicazione di quest’idea. Assicurati che tu non stia mettendo in dubbio che sia appropriato applicare l’idea a qualsiasi cosa. Questi non sono esercizi sul giudizio. Qualsiasi cosa è adatta se la vedi. Alcune delle cose che vedi possono avere per te un significato carico emotivamente. Cerca di lasciare da parte questi sentimenti, e semplicemente usa queste cose esattamente come faresti con qualsiasi altra.
L’obiettivo di questi esercizi è di aiutarti a ripulire la tua mente da tutte le associazioni passate per vedere le cose esattamente come ti appaiono in questo momento, e di renderti conto di quanto poco tu realmente le comprenda. È pertanto essenziale che tu mantenga la tua mente completamente aperta, libera da ogni forma di giudizio, nel selezionare le cose alle quali applicare l’idea del giorno. A questo scopo una cosa vale l’altra: è ugualmente adatta e pertanto ugualmente utile.
LEZIONE 4
Questi pensieri non significano nulla. Sono come
le cose che vedo in questa stanza [in questa strada,
da questa finestra, in questo luogo].
A differenza dei precedenti, questi esercizi non cominciano con l’idea del giorno. In questi periodi di pratica incomincia con l’osservare i pensieri che ti attraversano la mente per circa un minuto. Poi applica ad essi l’idea. Se sei già consapevole di pensieri tristi, usali come soggetti su cui applicare l’idea. Comunque non selezionare solo i pensieri che pensi siano “cattivi”. Scoprirai se ti eserciti ad osservare i tuoi pensieri, che rappresentano un tale miscuglio che, in un certo senso, nessuno di essi può essere chiamato “buono” o “cattivo”. Ecco perché non significano nulla.
Nel selezionare i soggetti per l’applicazione dell’idea di oggi, è richiesta la solita specificità. Non aver paura di usare pensieri “buoni” così come quelli “cattivi”. Nessuno di essi rappresenta i tuoi reali pensieri, che sono soffocati da essi. Quelli “buoni” non sono che ombre di ciò che sta dietro, e le ombre rendono difficile la vista. Quelli “cattivi” sono blocchi alla vista, e rendono impossibile il vedere. Tu non vuoi né gli uni né gli altri.
Questo è un esercizio fondamentale, e sarà ripetuto di tanto in tanto in forma in qualche modo diversa. Lo scopo qui è di allenarti nei primi passi verso l’obiettivo di separare ciò che è senza significato da ciò che ne ha. É il primo tentativo nel perseguire lo scopo a lungo termine di imparare a vedere fuori di te ciò che è privo di significato, e dentro di te ciò che è significativo. É anche l’inizio nell’addestrare la tua mente a riconoscere ciò che è la stessa cosa e ciò che è diverso.
Nell’usare i tuoi pensieri per l’applicazione dell’idea di oggi, identifica ogni pensiero tramite la figura o evento centrale che contiene; per esempio:
Questi pensiero riguardo _________ non significa nulla.
É come le cose che vedo in questa stanza [in questa strada,
e così via].
Puoi anche usare l’idea per un pensiero particolare che riconosci come dannoso. Questa pratica è utile, ma non è un sostituto per le procedure più casuali che devono essere seguite negli esercizi. Comunque, non esaminare la tua mente per più di un minuto circa. Sei ancora troppo inesperto per evitare la tendenza a preoccuparti inutilmente.
Inoltre, dato che questi esercizi sono i primi nel loro genere, potresti trovare particolarmente difficile la sospensione di giudizio in connessione coi pensieri. Non ripetere questi esercizi più di tre o quattro volte durante il giorno. Ci ritorneremo sopra più avanti.
LEZIONE 5
Non sono mai turbato per la ragione che penso io.
Quest’idea, al pari della precedente, può essere usata con qualsiasi persona, situazione o evento che pensi ti causi dolore. Applicala specificatamente a qualsiasi cosa tu ritenga essere la causa del tuo turbamento, descrivendo la sensazione che provi con qualunque termine ti sembri il più accurato. Il turbamento potrebbe sembrare paura, preoccupazione, depressione, ansia, rabbia, odio, gelosia o una innumerevole quantità di forme, che saranno tutte percepite come differenti. Questo non è vero. Ma fino a quando non imparerai che la forma non ha importanza, qualunque forma diventa un soggetto adatto per l’esercizio del giorno. Il primo passo per riconoscere che in definitiva sono tutte la stessa cosa è quello di applicare la stessa idea a ciascuna forma separatamente.
Quando usi l’idea di oggi su ciò che percepisci come causa specifica di una qualsiasi forma di turbamento, usa sia il nome della forma nella quale vedi il turbamento, sia la causa alla quale tu lo attribuisci. Ad esempio:
Non sono arrabbiato con ___________ per la ragione che penso io.
Non ho paura di ___________ per la ragione che penso io.
Ma ancora, ciò non dovrebbe sostituire i periodi di pratica nei quali dapprima cerchi nella tua mente “fonti” di turbamento nelle quali credi, e forme di turbamento che pensi ne derivino.
In questi esercizi, più che nei precedenti, puoi incontrare difficoltà nell’essere indiscriminato ed evitare di dare maggior peso ad alcuni soggetti piuttosto che ad altri. Potrà aiutarti far precedere gli esercizi dall’affermazione:
Non esistono piccoli turbamenti. Essi disturbano tutti allo stesso modo la pace della mia mente .
Poi cerca nella tua mente qualsiasi cosa ti stia affliggendo, senza tener conto di quanto poco o tanto tu pensi che ciò avvenga.
Puoi anche scoprire di essere meno disposto ad applicare l’idea di oggi ad alcune delle fonti di turbamento che percepisci, rispetto ad altre. Se ciò dovesse verificarsi, pensa anzitutto così:
Io non posso tenere questa forma di turbamento e lasciar andare le altre. Al fine di questi esercizi, quindi, le considererò come se fossero tutte uguali.
Poi cerca nella tua mente per non più di un minuto circa, cercando di individuare un certo numero di differenti forme di turbamento che ti stanno disturbando, senza tener conto dell’importanza relativa che tu attribuisci loro. Applica l’idea di oggi a ciascuna di esse usando sia il nome della fonte di turbamento, come tu la percepisci, che della sensazione che provi. Altri esempi sono:
Non sono preoccupato riguardo a ___________ per la ragione che penso io.
Non sono depresso riguardo a ___________per la ragione che penso io.
Tre o quattro volte nel corso della giornata saranno sufficienti.
LEZIONE 6
Io sono turbato perché vedo qualcosa che non c’è.
Gli esercizi con questa idea sono molto simili ai precedenti. Ancora, per ogni applicazione dell’idea, è necessario citare molto specificatamente sia la forma in cui il turbamento si presenta (rabbia, paura, preoccupazione, depressione, e così via) che la fonte che si percepisce. Per esempio:
“Sono arrabbiato con___________ perché vedo qualcosa che non c’è.”
“Sono preoccupato per ___________ perché vedo qualcosa che non c’è.”
È utile applicare l’idea di oggi a qualsiasi cosa che sembri turbarti, e può essere usata con profitto per tutta la giornata a tale scopo. Comunque, i tre o quattro periodi di pratica richiesti devono essere preceduti da un minuto circa di ricerca mentale, come in precedenza, per applicare poi l’idea a ciascun pensiero che crea turbamento, scoperto nella fase di ricerca.
Di nuovo, se senti maggiori resistenze nell’applicare l’idea di oggi verso alcuni pensieri di turbamento rispetto ad altri, ricorda a te stesso i due avvertimenti della lezione precedente:
“Non ci sono piccoli turbamenti. Essi disturbano tutti allo stesso modo la pace della mia mente.”
e:
“Non posso tenere questa forma di turbamento e lasciar andare le altre. Al fine di questi esercizi, quindi, le considererò tutte uguali.”
LEZIONE 7
Io vedo solo il passato.
Quest’idea è particolarmente difficile da credere inizialmente. Tuttavia è la base logica di tutte le precedenti.
È il motivo per cui nulla di ciò che vedi ha alcun significato.
È il motivo per cui hai dato a tutto ciò che vedi tutto il significato che ha per te.
È il motivo per cui non comprendi nulla di ciò che vedi.
È il motivo per cui i tuoi pensieri non significano nulla, e per cui sono come le cose che vedi.
È il motivo per cui non sei mai turbato per la ragione che credi.
È il motivo per cui sei turbato perché vedi qualcosa che non c’è.
Le vecchie idee a proposito del tempo sono molto difficili da cambiare, poiché tutto ciò in cui credi ha le sue radici nel tempo e dipende dal tuo non aver imparato queste nuove idee al riguardo. Tuttavia è esattamente questo il motivo per cui hai bisogno di nuove idee sul tempo. Questa prima idea sul tempo non è in realtà così strana come può suonare inizialmente.
Guarda una tazza, ad esempio. Vedi una tazza o stai semplicemente rivedendo le tue esperienze passate del prendere una tazza, aver sete, bere da una tazza, sentirne il bordo contro le labbra, far colazione, e così via? Le tue reazioni estetiche verso la tazza non sono anch’esse basate su esperienze passate? Altrimenti come potresti sapere se questo tipo di tazza si romperebbe o no se tu la lasciassi cadere? Cosa sai di questa tazza, se non ciò che hai imparato nel passato? Tu non avresti idea di ciò che è questa tazza, se non per ciò che hai appreso nel passato. La vedi dunque realmente?
Guardati intorno. Questo è ugualmente vero per ogni cosa che guardi. Prendine atto applicando l’idea di oggi indiscriminatamente a qualsiasi cosa catturi il tuo sguardo. Per esempio:
Vedo solo il passato in questa matita.
Vedo solo il passato in questa scarpa.
Vedo solo il passato in questa mano.
Vedo solo il passato in quel corpo.
Vedo solo il passato in quel viso.
Non indugiare su nessuna cosa in particolare, ma ricorda di non omettere niente specificatamente. Dai un’occhiata brevemente ad ogni soggetto, poi passa al successivo. Tre o quattro periodi di pratica, ciascuno della durata di un minuto circa, saranno sufficienti.
LEZIONE 8
La mia mente è preoccupata da pensieri del passato.
Questa idea, ovviamente, è la ragione per cui vedi solo il passato. Nessuno in realtà vede qualcosa. Ognuno vede solo i propri pensieri proiettati all’esterno. La preoccupazione della mente riguardo al passato è la causa dell’errata concezione del tempo di cui soffre il tuo modo di vedere. La tua mente non può cogliere il presente, che è l’unico momento che c’è. Quindi non può comprendere il tempo e non può, di fatto, comprendere nulla.
L’unico pensiero totalmente vero che si può mantenere sul passato è che non è qui. Pensare ad esso è quindi pensare a delle illusioni. Pochissimi si sono resi conto di cosa implichi veramente raffigurare il passato o prevedere il futuro. La mente è veramente vuota quando fa questo, perché in realtà non sta pensando a niente.
Lo scopo degli esercizi per oggi è di iniziare ad allenare la tua mente a riconoscere quando in realtà non sta affatto pensando. Finché la tua mente è preoccupata per idee sconsiderate, la verità è bloccata. Il primo passo nell’aprire la strada alla visione consiste nel riconoscere che la tua mente era semplicemente vuota, anziché credere che fosse piena di idee concrete.
Gli esercizi per oggi devono essere fatti ad occhi chiusi. Questo perché davvero tu non puoi vedere nulla, e ti è più facile riconoscere che per quanto vividamente tu possa raffigurarti un pensiero, tu non stai vedendo niente. Con il minor investimento possibile, passa in rassegna i pensieri che si trovano nella tua mente per il solito minuto circa, osservando semplicemente i pensieri che vi ci trovi. Identifica ciascuno di essi secondo la figura o il tema centrale che contiene e poi passa al successivo. Inizia i periodi di pratica dicendo:
Sembra che io stia pensando a ___________.
Poi identifica specificatamente ogni tuo pensiero, per esempio:
Sembra che io stia pensando a [nome di una persona], a [nome di un oggetto], a [nome di un’emozione].
e così via, concludendo alla fine del periodo di ricerca mentale con:
Ma la mia mente è preoccupata da pensieri del passato.
Questo può essere fatto quattro o cinque volte durante la giornata, a meno che non lo trovi irritante. Se così fosse, tre o quattro volte saranno sufficienti. Può esserti utile, comunque, includere la tua irritazione, o qualsiasi emozione che l’idea di oggi possa causare, nel processo stesso di ricerca mentale.
LEZIONE 9
Io non vedo nulla com’è adesso.
Quest’idea è la conseguenza ovvia delle due precedenti. Ma se è vero che puoi essere capace di accettarla intellettualmente, è alquanto improbabile che significhi già qualcosa per te. Comunque la tua comprensione a questo punto non è ancora necessaria. Di fatto il riconoscere che non capisci è il presupposto per disfare le tue idee false. Questi esercizi hanno a che vedere con la pratica, non con la comprensione. Non hai bisogno di esercitarti in cose che già comprendi. Sarebbe inconcludente perseguire la comprensione e dare per scontato di averla già.
È difficile, per una mente non allenata, credere che ciò che essa sembra raffigurare non ci sia. Quest’idea può essere alquanto scomoda e quindi incontrare resistenza attiva in varie forme. Ma ciò non ne preclude l’applicazione. Non viene richiesto altro per questo o per qualsiasi altro esercizio. Ogni piccolo passo dissiperà una piccola parte di oscurità, e la comprensione verrà infine ad illuminare ogni angolo della mente che sarà stata ripulita dai detriti che la ottenebravano.
Questi esercizi, per i quali sono sufficienti tre o quattro periodi di pratica, comportano il guardarti intorno applicando l’idea del giorno a qualunque cosa tu veda, ricordando la necessità di applicarla indiscriminatamente, e la regola essenziale di non escludere nulla. Per esempio:
Io non vedo questa macchina per scrivere com’è ora.
Io non vedo questo telefono com’è ora.
Io non vedo questo braccio com’è ora.
Inizia con le cose che si trovano più vicine a te e quindi estendi il campo di visibilità:
Io non vedo quell’attaccapanni com’è ora.
Io non vedo quella porta com’è ora.
Io non vedo quella faccia com’è ora.
Va sottolineato ancora che, pur non dovendo tentare di includere tutto, bisogna evitare di escludere specificatamente qualcosa. Assicurati di essere onesto con te stesso nel fare questa distinzione. Potresti essere tentato di offuscarla.
LEZIONE 10
I miei pensieri non significano nulla.
Quest’idea va applicata a tutti i pensieri dei quali sei consapevole, o di cui diventi consapevole durante i periodi di pratica. Il motivo per cui l’idea è applicabile a tutti i tuoi pensieri, è che essi non sono i tuoi veri pensieri. Abbiamo già fatto questa distinzione in precedenza, e la faremo ancora. Per il momento non hai ancora un termine di paragone. Quando lo avrai, non avrai alcun dubbio sul fatto che quelli che una volta credevi fossero i tuoi pensieri non avevano alcun significato.
È la seconda volta che usiamo questo tipo di idea. La forma è solo leggermente diversa. Questa volta l’idea viene introdotta con “i miei pensieri” invece che “questi pensieri”, e non viene fatto apertamente alcun collegamento con le cose attorno a te. Adesso l’accento è sulla mancanza di realtà di quello che pensi di pensare.
Quest’aspetto del processo di correzione è iniziato con l’idea che i pensieri di cui sei consapevole non hanno significato, sono esterni piuttosto che interni, ed è stata sottolineata la loro appartenenza al passato piuttosto che alla condizione presente. Adesso stiamo mettendo in evidenza il fatto che la presenza di questi “pensieri” significa che tu non stai pensando. Questo è semplicemente un altro modo di ripetere l’affermazione precedente che in realtà la tua mente è vuota. Riconoscere ciò significa riconoscere il nulla quando credi di vederlo. In quanto tale, è il prerequisito della visione.
Chiudi gli occhi per questi esercizi, ed iniziali ripetendoti abbastanza lentamente l’idea di oggi. Poi aggiungi:
Quest’idea mi aiuterà a liberarmi da tutto ciò in cui credo adesso.
Gli esercizi consistono, come in precedenza, nel cercare nella tua mente tutti i pensieri disponibili, senza selezionarli o giudicarli. Cerca di evitare qualunque tipo di classificazione. Di fatto, se lo trovi efficace, puoi immaginare di veder passare una processione assortita in modo strano, che per te ha poco o nessun significato. Man mano che uno di essi ti attraversa la mente, dì:
Il mio pensiero riguardo a ___________ non significa nulla.
Il mio pensiero riguardo a ___________ non significa nulla.
Il pensiero di oggi può ovviamente servire per ogni pensiero ti affligga in qualunque momento. Inoltre si suggeriscono cinque periodi di pratica, ciascuno dei quali non dovrebbe richiedere più di un minuto circa di ricerca mentale. Non è consigliabile estendere tale durata, anzi essa dovrebbe essere ridotta a mezzo minuto o anche meno se senti disagio. Ricorda, comunque, di ripetere lentamente l’idea prima di applicarla in modo specifico e anche di aggiungere:
Quest’idea mi aiuterà a liberarmi da tutto ciò in cui credo adesso.
LEZIONE 11
I miei pensieri senza significato mi mostrano un mondo senza significato.
Questa è la prima idea che abbiamo avuto che sia in relazione a una fase importantissima del processo di correzione: il capovolgimento del modo di pensare del mondo. Sembra che sia il mondo a determinare ciò che percepisci. L’idea di oggi introduce il concetto che sono i tuoi pensieri a determinare il mondo che vedi. Sii veramente felice di praticare quest’idea nella sua forma iniziale, perché in essa è la certezza della tua liberazione. La chiave del perdono si trova in essa.
I periodi di pratica per l’idea di oggi vanno intrapresi in maniera piuttosto diversa dai precedenti. Inizia con gli occhi chiusi, e ripeti lentamente l’idea a te stesso. Poi apri gli occhi e guardati intorno, vicino e lontano, in alto e in basso, ovunque. Durante il minuto circa da dedicare all’uso dell’idea, ripetila semplicemente a te stesso, assicurandoti di farlo senza fretta e senza alcun senso di urgenza o di sforzo.
Per trarre da questi esercizi il maggior beneficio possibile, gli occhi si devono spostare da un oggetto all’altro abbastanza rapidamente, poiché non devono soffermarsi su niente in particolare. Le parole, tuttavia, dovrebbero essere usate senza fretta, o meglio ancora con tutto comodo. L’introduzione a questa idea, in particolare, va praticata nella maniera più casuale possibile. Essa contiene il fondamento per la pace, il rilassamento e la libertà dalle preoccupazioni che stiamo cercando di ottenere. Nel concludere gli esercizi, chiudi gli occhi e ripeti ancora una volta l’idea, lentamente, a te stesso.
Per oggi saranno probabilmente sufficienti tre periodi di pratica. Comunque se provi poco o nessun disagio e ti senti incline a volerne fare di più, puoi arrivare fino a cinque. Non è raccomandabile farne di più.
LEZIONE 12
Io sono turbato perché vedo un mondo senza significato.
L’importanza di questa idea sta nel fatto che contiene la correzione di una delle principali distorsioni del modo di percepire. Tu pensi che ciò che ti turba sia un mondo spaventoso, o un mondo triste, o un mondo violento, o un mondo folle. Tutti questi attributi sei tu a darglieli. Il mondo, di per sé, è senza significato.
Questi esercizi vanno fatti a occhi aperti. Guardati attorno, questa volta piuttosto lentamente. Cerca di darti un ritmo, in modo che il lento spostamento del tuo sguardo da un oggetto all’altro comporti un intervallo di tempo abbastanza costante. Non permettere a questo intervallo di diventare marcatamente più lungo o più corto; cerca invece di mantenere un tempo cadenzato e uniforme per tutta la durata dell’esercizio. Ciò che vedi non ha alcuna importanza. Questo è ciò che ti stai insegnando nel prestare la stessa attenzione e lo stesso tempo a qualunque cosa su cui si posi il tuo sguardo. Questo è il passo iniziale per imparare a dare lo stesso valore ad ogni cosa.
Nel guardarti intorno, dì a te stesso:
Penso di vedere un mondo spaventoso, un mondo pericoloso, un mondo ostile, un mondo triste, un mondo malvagio, un mondo folle,
e così via, usando qualunque termine descrittivo ti venga in mente. Se ti vengono in mente dei termini che sembrano positivi invece che negativi, includili. Per esempio potresti pensare ad “un mondo buono” o ad “un mondo soddisfacente”. Se ti vengono in mente termini di questo tipo, usali assieme agli altri. Può darsi che tu non comprenda ancora perché anche questi aggettivi “carini” fanno parte di questi esercizi, ma ricorda che un “mondo buono” ne implica uno “cattivo” e che un “mondo soddisfacente” ne implica uno “insoddisfacente”. Tutti i termini che ti passano per la mente sono soggetti adatti per gli esercizi di oggi. La loro qualità apparente non ha importanza.
Assicurati di non modificare gli intervalli di tempo quando applichi l’idea di oggi a ciò che pensi sia piacevole rispetto a ciò che pensi sia spiacevole. Al fine di questi esercizi non c’è differenza tra loro. Alla fine del periodo di pratica aggiungi:
Ma sono turbato perché vedo un mondo senza significato.
Ciò che non ha significato non è né buono né cattivo. Perché, allora, un mondo senza significato dovrebbe turbarti? Se tu potessi accettare il fatto che il mondo è senza significato e lasciare che vi si scriva sopra la verità per te, ciò ti renderebbe indescrivibilmente felice. Ma dal momento che è senza significato sei costretto a scrivere su di esso quello che tu vorresti che fosse. Questo è ciò che tu ci vedi dentro. Questo è ciò che in verità è senza significato. Sotto le tue parole è scritta la parola di Dio. La verità adesso ti turba, ma quando le tue parole saranno cancellate, vedrai la Sua. Questo è lo scopo ultimo di questi esercizi.
Per praticare l’idea di oggi saranno sufficienti tre o quattro volte. Né i periodi di pratica dovrebbero eccedere il minuto. Persino questo potrà sembrarti troppo lungo. Interrompi l’esercizio ogni qualvolta avverti un senso di sforzo.
LEZIONE 13
Un mondo senza significato genera paura.
L’idea di oggi è in realtà un’altra forma della precedente, salvo che è più specifica per quanto riguarda l’emozione che risveglia. Di fatto un mondo senza significato è impossibile. Non esiste nulla che non abbia significato. Tuttavia non ne consegue che tu non penserai di percepire qualcosa privo di significato. Al contrario sarai molto incline a pensare di percepirlo.
Riconoscere la mancanza di significato risveglia una forte ansia in tutti coloro che sono separati. Rappresenta una situazione nella quale Dio e l’ego si “sfidano” l’un l’altro per decidere in merito al significato da scrivere nello spazio lasciato libero dalla mancanza di significato. L’ego si avventa freneticamente a stabilirvi le proprie idee, per paura che altrimenti quel vuoto possa essere usato per dimostrare la sua impotenza e la sua irrealtà. E soltanto in questo ha ragione.
È essenziale, pertanto, che tu impari a riconoscere la mancanza di significato e la accetti senza paura. Se hai paura è certo che conferirai al mondo attributi che non possiede e lo affollerai di immagini che non esistono. Per l’ego le illusioni sono sistemi di sicurezza, come devono esserlo anche per te che ti identifichi con l’ego.
Gli esercizi di oggi, che vanno fatti tre o quattro volte per non più di un minuto circa ogni volta, vanno praticati in maniera un po’ differente dai precedenti. Con gli occhi chiusi, ripetiti l’idea di oggi. Poi apri gli occhi e guardati attorno lentamente, dicendo:
Io sto vedendo un mondo senza significato.
Ripeti a te stesso quest’affermazione mentre ti guardi intorno. Poi chiudi gli occhi e concludi con:
Un mondo senza significato genera paura perché io penso di essere in competizione con Dio.
Ti potrà essere difficile evitare resistenze, in una forma o nell’altra, a questa affermazione conclusiva. Qualunque sia la forma che questa resistenza può assumere, ricorda a te stesso che in realtà hai paura di un simile pensiero a causa della “vendetta” da parte del “nemico”. Non sei tenuto, a questo punto, a credere a quest’affermazione, e probabilmente la respingerai come assurda. Osserva però con attenzione qualunque segno di paura, evidente o meno, che essa possa fare emergere.
Questo è il nostro primo tentativo di affermare un rapporto esplicito di causa ed effetto di un tipo che hai pochissima esperienza a riconoscere. Non soffermarti sull’affermazione conclusiva, e cerca di non pensarci affatto, se non durante i periodi di pratica. Questo basterà per il momento.
LEZIONE 14
Dio non ha creato un mondo senza significato.
L’idea di oggi è, naturalmente, la ragione per cui un mondo senza significato è impossibile. Ciò che Dio non ha creato non esiste. E tutto ciò che esiste, esiste come Lui lo ha creato. Il mondo che vedi tu non ha nulla a che fare con la realtà. È un mondo che hai fatto tu, e non esiste.
Gli esercizi di oggi vanno fatti ad occhi chiusi dall’inizio alla fine. Il periodo di ricerca mentale deve essere breve, un minuto al massimo. Non fare più di tre periodi di pratica con l’idea di oggi, salvo che tu ti senta a tuo agio nel farli. Se è così significa che hai capito veramente il loro scopo.
L’idea di oggi è un altro passo nell’imparare a lasciar andare i pensieri che hai scritto sul mondo, e a vedere la Parola di Dio al loro posto. I primi passi di questo scambio, che può davvero chiamarsi salvezza, possono essere alquanto difficili e persino piuttosto dolorosi. Alcuni ti porteranno direttamente nella paura. Ma non sarai lasciato lì. Andrai molto al di là di essa. Andiamo nella direzione della pace e della sicurezza perfette.
Con gli occhi chiusi, pensa a tutti gli orrori del mondo che attraversano la tua mente. Cita ciascuno di essi via via che si presenta, e poi negane la realtà. Dio non lo ha creato, quindi non è reale. Dì, per esempio:
Dio non ha creato quella guerra, e quindi essa non è reale.
Dio non ha creato quel disastro aereo, e quindi esso non è reale.
Dio non ha creato quella calamità [specifica quale], e quindi essa non è reale.
Soggetti adatti per l’applicazione dell’idea di oggi includono qualsiasi cosa che tu temi possa accadere a te o a qualcuno cui sei interessato. Per ciascun caso nomina la “calamità” in modo molto specifico. Non usare termini generici. Per esempio, non dire “Dio non ha creato la malattia”, ma “Dio non ha creato il cancro”, o gli infarti, o qualunque cosa susciti paura in te.
Ciò che stai guardando è il tuo repertorio personale di orrori. Queste cose fanno parte del mondo che tu vedi. Alcune di esse sono illusioni che condividi con altri, mentre altre sono parte del tuo inferno personale. Non importa. Ciò che Dio non ha creato può trovarsi soltanto nella tua mente separata dalla Sua. Pertanto non ha significato. A riconoscimento di questo fatto, concludi i periodi di pratica ripetendo l’idea di oggi:
Dio non ha creato un mondo senza significato.
Naturalmente l’idea di oggi può essere applicata, al di fuori dei periodi di pratica, a qualunque cosa ti disturbi durante la giornata. Sii molto specifico nell’applicarla. Dì:
Dio non ha creato un mondo senza significato. Egli non ha creato [specifica la situazione che ti sta disturbando], e quindi essa non è reale.
LEZIONE 15
I miei pensieri sono immagini che ho fatto io.
È a causa del fatto che i pensieri che pensi di pensare appaiono come immagini che non li riconosci come nulla. Tu pensi di pensarli, dunque pensi di vederli. Questo è il modo in cui è stato fatto il tuo “modo di vedere”. Questa è la funzione che hai dato agli occhi del tuo corpo. Non è vedere. È un fare immagini. Prende il posto del vedere, sostituendo la visione con le illusioni.
Quest’idea introduttiva al processo della costruzione di immagini che tu chiami vedere non avrà molto significato per te. Inizierai a comprenderla quando avrai visto piccoli bordi di luce attorno agli stessi oggetti familiari che vedi ora. Questo è l’inizio della visione reale. Puoi star certo che la visione reale arriverà rapidamente quando questo si sarà verificato.
Man mano che andiamo avanti ti potranno capitare molti “episodi di luce”. Potranno assumere molte forme differenti, alcune alquanto inaspettate. Non averne paura. Sono segni che finalmente stai aprendo gli occhi. Essi non persisteranno, poiché sono soltanto simboli della vera percezione e non sono collegati alla conoscenza. Questi esercizi non ti riveleranno la conoscenza. Ma prepareranno la strada verso di essa.
Nel praticare l’idea di oggi, ripetila dapprima a te stesso e poi applicala a qualunque cosa vedi intorno a te, usando il suo nome e lasciando che i tuoi occhi vi si soffermino sopra mentre dici:
Questo ___________un’immagine che ho fatto io.
Quella ___________ è un’immagine che ho fatto io.
Non è necessario includere un gran numero di soggetti specifici nell’applicazione dell’idea di oggi. È necessario tuttavia continuare a guardare ciascun soggetto mentre ti ripeti l’idea di oggi. L’idea va ripetuta ogni volta molto lentamente.
Sebbene non ti sia ovviamente possibile applicare l’idea a moltissime cose durante il minuto circa di pratica che si suggerisce, cerca di fare questa selezione nella maniera più casuale possibile. I periodi di pratica possono durare anche meno di un minuto se inizi a sentirti a disagio. Non fare più di tre di questi periodi in cui applicare l’idea di oggi, a meno che non ti senta completamente a tuo agio, e comunque non oltrepassare le quattro volte. In ogni caso l’idea può essere applicata, nel corso di tutta la giornata, in qualunque momento se ne senta il bisogno.
LEZIONE 16
Io non ho pensieri neutrali.
L’idea di oggi rappresenta un passo iniziale per smettere di credere che i tuoi pensieri non abbiano effetto. Tutto ciò che vedi è il risultato dei tuoi pensieri. Non ci sono eccezioni a questo fatto. I pensieri non sono grandi o piccoli, potenti o deboli. Sono semplicemente veri o falsi. Quelli veri creano una realtà a loro immagine e somiglianza. Quelli falsi fanno la loro.
Non c’è concetto che si contraddica da sé più di quello dei “pensieri futili”. Ciò che dà origine alla percezione di tutto un mondo non può affatto essere chiamato futile. Ogni tuo pensiero contribuisce alla verità o all’illusione: o estende la verità o moltiplica le illusioni. Puoi davvero moltiplicare il nulla, ma così facendo non lo estenderai.
Oltre al riconoscere che i pensieri non sono mai futili, la salvezza richiede che tu riconosca anche che ogni pensiero che hai porta la pace o la guerra, l’amore o la paura. Un risultato neutrale è impossibile perché è impossibile un pensiero neutrale. C’è una tale tentazione a scacciare i pensieri di paura come non importanti, banali e non degni di preoccupazione, che è essenziale che tu li riconosca tutti come ugualmente distruttivi, ma ugualmente irreali. Praticheremo quest’idea in molte forme prima che tu la possa comprendere veramente.
Nell’applicare l’idea di oggi, cerca nella tua mente con gli occhi chiusi per un minuto circa e fai di tutto per non lasciarti sfuggire alcun “piccolo” pensiero che possa tendere a eludere la tua ricerca. Questo è piuttosto difficile da farsi finché non ti ci abitui. Scoprirai che è ancora difficile non cadere in distinzioni artificiose. Ogni pensiero che ti capita, a prescindere dalle qualità che tu gli attribuisci, è un soggetto adatto all’applicazione dell’idea di oggi.
Nei periodi di pratica ripeti dapprima l’idea a te stesso, e poi ogni qualvolta un pensiero ti attraversa la mente, mantienilo nella tua consapevolezza mentre dici a te stesso:
Questo pensiero su___________ non è un pensiero neutrale.
Quel pensiero su ___________ non è un pensiero neutrale.
Come al solito, usa l’idea di oggi ogniqualvolta tu sia consapevole di un particolare pensiero che ti produca disagio. A questo scopo si suggerisce questa forma:
Questo pensiero su ___________ non è un pensiero neutrale, perché io non ho pensieri neutrali.
Si consigliano quattro o cinque periodi di pratica, se li trovi relativamente poco impegnativi. Se senti tensione o fatica, tre saranno sufficienti. Anche la durata del periodo di pratica dovrebbe essere ridotta se si sente del disagio.
LEZIONE 17
Io non vedo cose neutrali.
Quest’idea rappresenta un altro passo verso l’identificazione della legge di causa ed effetto così come opera realmente nel mondo. Tu non vedi cose neutrali perché non hai pensieri neutrali. È sempre il pensiero che viene per primo, nonostante si sia tentati a credere il contrario. Non è questo il modo in cui il mondo pensa, ma devi imparare che è così che tu pensi. Se non fosse così, la percezione non avrebbe causa, e sarebbe essa stessa la causa della realtà. Vista la sua natura fortemente mutevole, questo è alquanto improbabile.
Nell’applicare l’idea di oggi, dì a te stesso, con gli occhi aperti:
Io non vedo cose neutrali perché io non ho pensieri neutrali.
Poi ti guardi attorno, fermando lo sguardo su ogni cosa che noti abbastanza a lungo per dire:
Io non vedo un(a) ___________ neutrale, perché i miei pensieri su ____________ non sono neutrali.
Per esempio potresti dire:
Io non vedo una parete neutrale, perché i miei pensieri sulle pareti non sono neutrali.
Io non vedo un corpo neutrale, perché i miei pensieri sui corpi non sono neutrali.
Come al solito è fondamentale non fare distinzioni tra ciò che credi essere animato o inanimato, piacevole o spiacevole. A dispetto delle tue convinzioni, tu non vedi nulla di realmente vivo o realmente gioioso. Questo perché non sei ancora consapevole di un qualsiasi pensiero che sia realmente vero, e quindi realmente felice.
Si raccomandano tre o quattro periodi di pratica specifici e non meno di tre per ottenere il massimo beneficio, anche se senti della resistenza nel farli. Tuttavia, se questo dovesse accadere, la durata dell’esercizio può essere ridotta al di sotto del minuto circa che è altrimenti consigliato.
LEZIONE 18
Io non sono il solo a sperimentare gli effetti del mio modo di vedere.
L’idea di oggi rappresenta un altro passo nell’imparare che i pensieri che danno origine a ciò che vedi non sono mai neutrali o poco importanti. Inoltre mette in evidenza l’idea che le menti sono unite, idea cui daremo sempre più spazio andando avanti.
L’idea di oggi non si riferisce tanto a ciò che vedi, quanto a come lo vedi. Per questo gli esercizi di oggi sottolineano questo aspetto della tua percezione. I tre o quattro periodi di pratica consigliati andrebbero fatti in questo modo:
Guardati attorno, selezionando nella maniera più casuale possibile i soggetti su cui applicare l’idea di oggi, mantenendo gli occhi su ciascuno abbastanza a lungo per dire:
Io non sono il solo a sperimentare gli effetti di come vedo____________
Concludi ogni periodo di pratica ripetendo l’affermazione generale:
Io non sono il solo a sperimentare gli effetti del mio modo di vedere.
Per ogni periodo di pratica sarà sufficiente un minuto o anche meno.
LEZIONE 19
Io non sono il solo a sperimentare gli effetti dei miei pensieri.
L’idea di oggi rappresenta ovviamente la ragione per la quale il tuo modo di vedere non ha effetti solo su di te. Ti accorgerai che a volte le idee relative al pensiero precedono quelle collegate alla percezione, mentre altre volte l’ordine è inverso. Il motivo di ciò è che l’ordine non ha alcuna importanza. Il pensare e i suoi effetti in realtà sono simultanei, poiché la causa e l’effetto non sono mai separati.
Oggi stiamo di nuovo sottolineando il fatto che le menti sono unite. Raramente all’inizio si accoglie completamente quest’idea, dal momento che sembra portare con sé un enorme senso di responsabilità e può persino essere vista come “un’invasione della privacy”. È tuttavia un fatto che non esistono pensieri privati. A dispetto della tua resistenza iniziale a quest’idea, comprenderai tuttavia che essa deve essere vera se davvero la salvezza è possibile. E la salvezza deve essere possibile perché questa è la Volontà di Dio.
Il minuto circa di ricerca mentale che gli esercizi di oggi richiedono è da intraprendere a occhi chiusi. Dapprima va ripetuta l’idea e poi vanno attentamente esaminati i pensieri che occupano la mente in quel momento. Nel considerare ciascuno di essi, citalo nei termini della persona o del tema centrale che contiene e, mentre lo tieni a mente, dì:
Io non sono il solo a sperimentare gli effetti di questo pensiero su___________.
Ormai dovrebbe esserti abbastanza familiare l’importanza di essere il più indiscriminato possibile nel selezionare i soggetti per i periodi di pratica, per cui non sarà più ribadita ogni giorno, anche se sarà occasionalmente inclusa come promemoria. Non dimenticare, comunque, che la selezione casuale dei soggetti per tutti i periodi di pratica rimane sempre essenziale. La mancanza di ordine in questo contesto darà infine significato alla mancanza di ordine nei miracoli.
A parte l’applicazione dell’idea di oggi “ogni qualvolta ne senti il bisogno”, sono richiesti almeno tre periodi di pratica, abbreviandone la durata se necessario. Non cercare di farne più di quattro.
LEZIONE 20
Io sono determinato a vedere.
Fino ad ora siamo stati abbastanza informali nel portare avanti i nostri periodi di pratica. Praticamente non è stato fatto alcun tentativo per suggerire quando farli, ma è stato richiesto soltanto uno sforzo minimo e non sono stati chiesti né interesse né collaborazione attivi. Quest’approccio è stato intenzionale e pianificato molto attentamente. Non abbiamo perso di vista l’assoluta importanza di capovolgere il tuo modo di pensare. La salvezza del mondo dipende da questo. Ma tu non la vedrai se ti sentirai costretto, o se cederai al risentimento e ti ci opporrai.
Questo è il nostro primo tentativo d’introdurre una struttura. Non interpretarlo male, vedendolo come un modo per esercitare su di te forza o pressione. Tu vuoi la salvezza. Vuoi essere felice. Vuoi la pace. Non hai queste cose ora, perché la tua mente è totalmente indisciplinata e non sei in grado di distinguere tra gioia e tristezza, piacere e sofferenza, amore e paura. Ora stai imparando a distinguerle. E la tua ricompensa sarà davvero grande.
La tua decisione di vedere è tutto ciò che la visione richiede. Ciò che vuoi è tuo. Non prendere il piccolo sforzo che ti viene chiesto come un’indicazione che il nostro obiettivo è di scarso valore. La salvezza del mondo può forse essere uno scopo banale? É forse possibile che il mondo sia salvato, se tu non lo sei? Dio ha un unico Figlio, ed egli è la resurrezione e la vita. La sua volontà è fatta perché a lui è dato ogni potere in Cielo e in terra. La visione che ti viene data dipende dalla tua determinazione a vedere.
Gli esercizi di oggi consistono nel ricordare a te stesso per tutto il giorno che tu vuoi vedere. L’idea di oggi implica anche tacitamente il riconoscere che, ora come ora, tu non vedi. Pertanto, nel ripeterti l’idea, stai affermando che sei determinato a cambiare la tua condizione attuale per una migliore, quella che realmente vuoi.
Ripeti l’idea di oggi lentamente e chiaramente almeno due volte ogni ora, cercando di farlo ogni mezz’ora. Non sentirti frustrato se dimentichi di farlo, ma fai uno sforzo reale per ricordartene. Ulteriori ripetizioni dovrebbero essere applicate a qualsiasi situazione, persona o evento che ti turbano. Puoi vederli in maniera diversa, e lo farai. 5Vedrai ciò che desideri. Così è la legge reale di causa ed effetto come opera nel mondo.
LEZIONE 21
Io sono determinato a vedere le cose in maniera diversa.
L’idea di oggi è ovviamente una continuazione ed un’estensione della precedente. Questa volta sono tuttavia necessari dei periodi specifici di ricerca mentale, oltre all’applicazione dell’idea a situazioni particolari che man mano possono sorgere. Si richiedono cinque periodi di pratica di un minuto pieno ciascuno.
Nei periodi di pratica inizia le esercitazioni ripetendo l’idea a te stesso. Poi chiudi gli occhi e cerca attentamente nella tua mente situazioni passate, presenti o che puoi prevedere, che ti provocano rabbia. La rabbia può assumere forme differenti, che variano da una lieve irritazione alla furia più scatenata. L’intensità delle emozioni che provi non ha importanza. Diventerai sempre più consapevole che un lieve fastidio non è altro che un velo gettato su una furia intensa.
Cerca dunque, nei periodi di pratica, di non lasciarti sfuggire “piccoli” pensieri di rabbia. Ricorda che in realtà non riconosci cos’è che scatena rabbia in te, e nulla di ciò che credi riguardo a questa connessione ha alcun significato. Sarai probabilmente tentato di soffermarti più a lungo su certe situazioni o persone che su altre, col pretesto sbagliato che sono più “ovvie”. Non è così. È soltanto un esempio del fatto che credi che certe forme di attacco siano più giustificate di altre.
Mentre cerchi nella tua mente tutte le forme nelle quali ti si presentano pensieri di attacco, tienine a mente una per volta dicendo a te stesso:
Io sono determinato a vedere___________ [nome della persona] in maniera diversa.
Io sono determinato a vedere__________ [specifica la situazione] in maniera diversa.
Cerca di essere il più preciso possibile. Puoi, per esempio, concentrare la tua rabbia su una caratteristica specifica di una particolare persona, credendo che la rabbia sia limitata a quell’aspetto. Se la tua percezione soffre di questa forma di distorsione, dì:
Io sono determinato a vedere ___________ [specifica l’attributo] in ___________ [nome della persona] in maniera diversa.
LEZIONE 22
Ciò che vedo è una forma di vendetta.
L’idea di oggi descrive accuratamente il modo in cui deve vedere il mondo chiunque serbi nella propria mente pensieri di attacco. Avendo proiettato la propria rabbia sul mondo, vede che la vendetta sta per colpirlo. Il suo stesso attacco è così percepito come autodifesa. Questo diventa un circolo sempre più vizioso, finché egli è disposto a cambiare il proprio modo di vedere. Altrimenti saranno pensieri di attacco e contrattacco ad occupare la sua mente e a popolare tutto il suo mondo. Quale pace mentale gli sarà quindi possibile avere?
È proprio da questa brutale fantasia che tu vuoi fuggire. Non è una notizia gioiosa venire a sapere che essa non è reale? Non è una scoperta felice scoprire che puoi fuggire? Tu stesso hai fatto ciò che vuoi distruggere: tutto ciò che odi e che vuoi attaccare e uccidere. Tutto ciò di cui hai paura non esiste.
Guarda il mondo che ti circonda almeno cinque volte oggi, per almeno un minuto ogni volta. Mentre i tuoi occhi si muovono lentamente da un oggetto all’altro, da un corpo all’altro, ripeti a te stesso:
Io vedo solo ciò che perisce.
Nulla di ciò che vedo durerà.
Ciò che vedo non è reale.
Ciò che vedo è una forma di vendetta.
Alla fine di ogni periodo di pratica, chiedi a te stesso:
È davvero questo il mondo che voglio vedere?
La risposta è sicuramente ovvia.
LEZIONE 23
Io posso sfuggire al mondo che vedo rinunciando ai pensieri di attacco.
L’idea di oggi racchiude l’unica via d’uscita dalla paura che avrà mai successo. Nient’altro funzionerà: tutto il resto è privo di significato. Ma questa via non può fallire. Ogni tuo pensiero costruisce un segmento del mondo che vedi. È quindi con i tuoi pensieri che dobbiamo lavorare per cambiare la tua percezione del mondo.
Se i pensieri di attacco sono la causa del mondo che vedi, devi imparare che sono questi pensieri ciò che non vuoi. Non ha senso lamentarsi del mondo. Non ha senso cercare di cambiare il mondo. Esso è incapace di cambiare perché è soltanto un effetto. Ma ha invece molto senso modificare i tuoi pensieri sul mondo. Qui cambi la causa. L’effetto cambierà automaticamente.
Il mondo che vedi è vendicativo, e tutto in esso è simbolo di vendetta. Ciascuna delle tue percezioni di “realtà esterna” è una rappresentazione figurata dei tuoi pensieri di attacco. Ci si può ben chiedere se questo possa mai essere chiamato vedere. Non è forse più adatta la parola fantasia per questo processo, ed allucinazione un termine più appropriato per il suo risultato?
Tu vedi il mondo che hai costruito, ma non vedi te stesso come colui che lo ha fatto. Non puoi essere salvato dal mondo, ma puoi sfuggire alla sua causa. Questo è il significato della salvezza, poiché dov’è il mondo che vedi quando la sua causa non c’è più? La visione ha già un sostituto per tutto ciò che credi di vedere ora. La bellezza può illuminare le tue immagini e trasformarle così in modo da fartele amare, anche se erano state fatte di odio. Perché non le farai da solo.
L’idea di oggi introduce il pensiero che tu non sei intrappolato nel mondo che vedi, poiché se ne può cambiare la causa. Questo cambiamento richiede che la causa venga prima identificata e poi lasciata andare, in modo che possa essere sostituita. I primi due passi di questo procedimento richiedono la tua collaborazione. Quello finale no. Le tue immagini sono già state sostituite. Facendo i primi due passi vedrai che è così.
Oltre ad usare l’idea, nel corso della giornata, ogni qualvolta nasce un bisogno, sono richiesti cinque periodi di pratica per l’applicazione dell’idea di oggi. Nel guardarti intorno, ripetiti dapprima lentamente l’idea, poi chiudi gli occhi e dedica un minuto circa a cercare nella tua mente quanti più pensieri di attacco puoi trovarvi. Man mano che ti vengono in mente, dì:
Posso sfuggire al mondo che vedo rinunciando ai pensieri di attacco su___________.
Tieni in mente ciascun pensiero di attacco mentre dici questo, poi lascialo andare e passa al successivo.
Nelle esercitazioni, assicurati di includere i pensieri riguardanti sia l’attaccare che l’essere attaccato. I loro effetti sono identici poiché i pensieri sono identici. Tu non lo riconosci ancora, e a questo punto ti si chiede soltanto di trattarli come uguali nei periodi di pratica odierni. Siamo ancora nella fase di identificazione della causa del mondo che vedi. Quando finalmente imparerai che i pensieri riguardanti l’attaccare e l’essere attaccati non sono diversi, sarai pronto a lasciarne andare la causa.
LEZIONE 24
Io non percepisco ciò che è meglio per me.
In nessuna delle situazioni in cui ti vieni a trovare ti rendi conto dell’esito che ti renderebbe felice. Pertanto non hai alcuna guida a un’azione appropriata, né alcun modo per giudicare il risultato. Ciò che fai è determinato dalla tua percezione della situazione, e quella percezione è sbagliata. È inevitabile, dunque, che non farai ciò che è meglio per te. Eppure questo è il tuo unico obiettivo in qualsiasi situazione percepita correttamente. Altrimenti non riconoscerai cos’è.
Se ti rendessi conto che non percepisci ciò che è meglio per te, ti si potrebbe insegnare cos’è. Ma vista la tua convinzione di saperlo, non puoi imparare. L’idea di oggi rappresenta un passo nell’aprire la tua mente cosicché tu possa incominciare ad imparare.
Gli esercizi di oggi richiedono molta più onestà di quanta sei abituato ad usare. Pochi soggetti, considerati onestamente e con attenzione in ognuno dei cinque periodi di pratica da intraprendere oggi, saranno più utili di un esame più superficiale fatto su un numero maggiore di soggetti. Si consigliano due minuti per ogni periodo di ricerca mentale richiesto dagli esercizi.
Inizia le esercitazioni con la ripetizione dell’idea di oggi, seguita dal cercare nella tua mente, a occhi chiusi, situazioni irrisolte che in questo momento ti coinvolgono. L’enfasi deve essere posta sullo scoprire il risultato che desideri. Ti renderai rapidamente conto d’avere in mente un certo numero di obiettivi, tutti facenti parte del risultato desiderato, e anche che questi obiettivi sono su piani differenti e spesso in conflitto.
Nell’applicare l’idea di oggi pensa ad ogni situazione che ti si presenta, e poi elenca attentamente quanti più obiettivi possibili ti piacerebbe raggiungere nella sua risoluzione. Per ogni applicazione potrai seguire più o meno la traccia che segue:
Nella situazione riguardante___________ mi piacerebbe che succedesse___________, e che succedesse___________.
e così via. Cerca di includere tanti diversi tipi di esito quanti onestamente se ne presentano nella tua mente, anche se alcuni non ti sembrano direttamente collegati alla situazione, o addirittura sembrano non avere con essa alcun riferimento.
Se fai questi esercizi correttamente, scoprirai ben presto che richiedi alla situazione moltissime cose che non hanno niente a che vedere con essa. Ti accorgerai anche che molti dei tuoi obiettivi sono contraddittori, che non hai in mente un risultato unificato e che, comunque si metta la situazione, non potrai evitare di provare disappunto per qualcuno dei tuoi obiettivi.
Dopo aver passato in rassegna tutti gli obiettivi sperati per ciascuna situazione irrisolta che ti viene in mente, ripeti a te stesso:
Io non percepisco ciò che è meglio per me in questa situazione
e passa quindi alla situazione successiva.
LEZIONE 25
Io non conosco lo scopo di nulla.
Lo scopo è il significato. L’idea di oggi spiega perché nulla di ciò che vedi ha alcun significato. Non sai a cosa serve. Quindi per te è senza significato. Ogni cosa è nel tuo migliore interesse. È a questo che serve, questo è il suo scopo, questo è il suo significato. È nel riconoscere ciò che i tuoi obiettivi si unificano. È nel riconoscere questo che ciò che vedi acquista significato.
Tu percepisci il mondo e quanto contiene come significativo in termini di obiettivi dell’ego. Questi obiettivi non hanno nulla a che fare con ciò che è meglio per te, poiché tu non sei l’ego. Questa falsa identificazione ti rende incapace di comprendere a cosa serve qualsiasi cosa. Di conseguenza sei destinato ad usarla male. Quando crederai a ciò, cercherai di ritirare gli scopi che hai assegnato al mondo, invece di tentare di rafforzarli.
Un altro modo di descrivere gli obiettivi che tu ora percepisci consiste nel dire che essi hanno tutti a che fare con interessi “personali”. Poiché tu non hai interessi personali, i tuoi obiettivi in realtà non hanno a che fare con niente. Nel coltivarli, quindi, tu non hai affatto obiettivi. Così non conosci lo scopo di nulla.
Prima che tu possa trarre alcun significato dagli esercizi di oggi, è necessaria ancora una considerazione. Ai livelli più superficiali, tu riconosci lo scopo. Tuttavia a questi livelli lo scopo non può essere compreso. Per esempio, tu capisci che un telefono serve per parlare a qualcuno che fisicamente non si trova nelle immediate vicinanze.5Ciò che non comprendi è perché vuoi raggiungere questo qualcuno. Ed è questo che rende significativo o meno il tuo contatto con lui.
Per il tuo apprendimento è fondamentale che tu sia disposto a rinunciare agli scopi che tu hai stabilito per ogni cosa. Il riconoscere che essi non hanno alcun significato, piuttosto che considerarli “buoni” o “cattivi”, è l’unico modo per fare questo. L’idea di oggi rappresenta un passo in questa direzione.
Sono richiesti sei periodi di pratica di due minuti ciascuno. Ogni periodo di pratica dovrà iniziare con una lenta ripetizione dell’idea di oggi, seguita dal guardarti intorno lasciando che il tuo sguardo si posi su ciò che attira il tuo sguardo, vicino o lontano, “importante” o “senza importanza”, “umano” o “non umano”. Soffermati con lo sguardo su ogni soggetto che scegli in questo modo, dì, ad esempio:
Io non conosco lo scopo di questa sedia.
Io non conosco lo scopo di questa matita.
Io non conosco lo scopo di questa mano.
Dillo abbastanza lentamente, senza distogliere lo sguardo dal soggetto prima di aver completato l’affermazione che lo riguarda. Quindi passa al soggetto successivo ed applica l’idea di oggi come hai fatto prima.
LEZIONE 26
I miei pensieri di attacco attaccano la mia invulnerabilità.
È decisamente ovvio che se puoi essere attaccato non sei invulnerabile. Vedi l’attacco come una vera minaccia. Questo perché credi di poter veramente attaccare. E ciò che ha degli effetti attraverso di te deve anche aver effetti su di te. È proprio questa legge che alla fine ti salverà, ma ora la stai usando male. Devi quindi imparare ad usarla in favore di ciò che è meglio per te invece che contro.
Siccome i tuoi pensieri di attacco saranno proiettati, avrai paura di essere attaccato. E se temi l’attacco, devi credere di non essere invulnerabile. È quindi nella tua mente, e cioè dove essi si trovano, che i pensieri di attacco ti rendono vulnerabile. I pensieri di attacco e l’invulnerabilità non possono essere accettati assieme. Si contraddicono a vicenda.
L’idea di oggi introduce il pensiero che tu attacchi sempre te stesso per primo. Se i pensieri di attacco richiedono il credere che sei vulnerabile, il loro effetto è di indebolirti ai tuoi stessi occhi. Quindi essi hanno attaccato la percezione che tu hai di te stesso. E siccome credi in essi, non puoi più credere in te stesso. Una falsa immagine di te stesso ha preso il posto di ciò che sei veramente.
Praticare l’idea di oggi ti aiuterà a comprendere che la vulnerabilità o l’invulnerabilità sono il risultato dei tuoi stessi pensieri. Nulla può attaccarti tranne i tuoi pensieri. Nulla, tranne i tuoi pensieri, può farti credere di essere vulnerabile. Nulla, tranne i tuoi pensieri, può provarti che non è così.
Sono richiesti sei periodi di pratica per l’idea di oggi. Dovresti cercare di dedicare due minuti pieni per ogni esercitazione, ma questo tempo potrà essere ridotto ad un minuto se il disagio è troppo grande. Non ridurlo ulteriormente.
Il periodo di pratica dovrà iniziare ripetendo l’idea di oggi, poi chiudi gli occhi e passa in rassegna tutte le questioni irrisolte i cui risultati ti stanno turbando. Questo turbamento può assumere la forma di depressione, ansia, rabbia, senso di imposizione, paura, cattivi presentimenti o preoccupazioni. Qualsiasi problema ancora irrisolto che tenda a ricorrere nei tuoi pensieri durante il giorno è un soggetto adatto. Non ti sarà possibile usarne molti in ciascun periodo di pratica, perché con ciascuno di essi dovresti dedicare più tempo del solito. L’idea di oggi va applicata in questo modo:
Prima cita la situazione:
Sono turbato per…..
Poi passa in rassegna ogni possibile esito ti sia venuto in mente in relazione a ciò che ti turba, riferendoti a ciascuno di essi molto specificatamente, dicendo:
Ho paura che succeda ………
Se stai facendo bene gli esercizi, dovresti avere, per ogni situazione, circa cinque o sei possibilità che ti turbano, o quasi certamente di più. È molto più utile esaminare a fondo poche situazioni, piuttosto che sfiorarne molte. Man mano che la lista degli esiti previsti per ciascuna situazione continua, probabilmente ne scoprirai alcuni meno accettabili per te, specialmente tra quelli che ti vengono in mente verso la fine. Cerca comunque, per quanto puoi, di trattarli tutti nello stesso modo.
Dopo aver citato ogni esito che ti fa paura, dì a te stesso:
Quel pensiero è un attacco contro me stesso.
Concludi ogni periodo di pratica ripetendoti un’ultima volta l’idea di oggi.
LEZIONE 27
Più di ogni altra cosa io voglio vedere.
L’idea di oggi esprime qualcosa di più forte della semplice determinazione. Essa dà alla visione la priorità su tutti i tuoi desideri. Puoi sentirti esitante a usare questa idea perché non sei sicuro che questo è veramente quello che vuoi dire. Ciò non ha alcuna importanza. Lo scopo degli esercizi di oggi è di avvicinare un pochino il momento in cui l’idea sarà completamente vera.
Mentre dici che più di ogni altra cosa desideri vedere, potrai essere tentato di credere che ti si stia chiedendo un qualche tipo di sacrificio. Se usare questa affermazione senza riserve ti crea del disagio, aggiungi:
La visione non costa niente a nessuno.
Se la paura della perdita persiste, aggiungi ancora:
Può solo essere una benedizione.
Per ottenere il massimo beneficio, l’idea di oggi deve essere ripetuta molte volte. Dovrebbe essere usata almeno ogni mezz’ora, e anche di più se possibile. Potresti provare ogni quindici o venti minuti. Ti si raccomanda di stabilire un preciso intervallo di tempo per l’uso dell’idea quando ti svegli o appena più tardi, e di cercare di aderirvi per tutta la giornata. Non ti sarà difficile farlo, anche se sei impegnato in una conversazione o occupato in altre cose in quel momento. Puoi sempre ripetere una breve frase dentro di te, senza interferire con niente.
La vera domanda è: quante volte te ne ricorderai? Quanto vuoi che l’idea di oggi sia vera? Rispondi ad una di queste domande e avrai risposto all’altra. Probabilmente salterai molte esercitazioni, e forse moltissime. Non lasciare che questo interferisca, ma da quel momento in poi cerca di mantenere il ritmo che ti sei dato. Se soltanto una volta durante la giornata senti di essere stato perfettamente sincero nel ripetere l’idea di oggi, puoi stare certo di esserti risparmiato molti anni di sforzi.
LEZIONE 28
Più di ogni altra cosa io voglio vedere le cose in modo diverso.
Oggi stiamo davvero applicando in maniera specifica l’idea di ieri. In questi periodi di pratica assumerai una serie di impegni ben definiti. La questione se li manterrai o meno in futuro qui non ci riguarda. Se sei almeno disposto a prenderli ora, hai già cominciato la strada per mantenerli. E siamo ancora all’inizio.
Potrai chiederti perché è così importante dire, ad esempio, “più di ogni altra cosa io voglio vedere questo tavolo in modo diverso.” Di per sé ciò non ha affatto importanza. Ma cos’è di per sé? E cosa significa “di per sé”? Tu vedi un sacco di cose separate intorno a te, il che significa che in realtà non stai affatto vedendo. O vedi o non vedi. Quando avrai visto una sola cosa in maniera diversa, vedrai tutte le cose diversamente. La luce che vedrai in una cosa qualsiasi sarà la stessa che vedrai in tutte le altre.
Quando dici “più di ogni altra cosa io voglio vedere questo tavolo diversamente” stai assumendoti l’impegno di mettere da parte le tue idee preconcette su quel tavolo ed aprire la tua mente a quello che è e a quello a cui serve. Non lo stai definendo in termini passati. Stai chiedendo che cos’è, piuttosto che dirgli cos’è. Non stai legando il suo significato alla tua minuscola esperienza di tavoli, né ne stai limitando lo scopo ai tuoi piccoli pensieri personali.
Non metterai in discussione ciò che hai già definito. E lo scopo di questi esercizi è di fare domande e ricevere risposte. Nel dire “più di ogni altra cosa io voglio vedere questo tavolo diversamente” stai impegnandoti a vedere. Non è un impegno esclusivo. È un impegno applicabile al tavolo come a qualsiasi altra cosa, né più né meno.
Potresti in effetti ottenere la visione soltanto tramite quel tavolo, se tu ritirassi tutte le tue idee da esso e lo vedessi con una mente completamente aperta. Ha qualcosa da mostrarti, qualcosa di bello, di pulito e d’infinito valore, pieno di felicità e di speranza. Nascosto sotto tutte le tue idee su di esso c’è il suo vero scopo, lo scopo che ha in comune con tutto l’universo.
Nell’usare il tavolo come soggetto per applicare l’idea di oggi, tu stai quindi chiedendo veramente di vedere lo scopo dell’universo. Farai questa stessa richiesta per ogni soggetto che userai nei sei periodi di pratica di oggi. E ti stai impegnando perché ciascuno di essi ti riveli il suo scopo, invece di mettervi sopra il tuo giudizio.
Oggi avremo sei esercitazioni di due minuti ciascuna, durante le quali l’idea viene dapprima espressa e poi applicata a qualunque cosa vedi intorno a te. Non solo i soggetti devono essere scelti casualmente, ma a ciascuno di essi dovrà essere riservata la stessa sincerità mentre gli si applica l’idea, nel tentativo di riconoscere lo stesso valore che ogni cosa ha nel contribuire al tuo vedere.
Come al solito le esercitazioni dovranno includere il nome del soggetto su cui si posano i tuoi occhi e lo sguardo va mantenuto su di esso mentre dici:
Più di ogni cosa io voglio vedere questo___________ in modo diverso.
Ogni esercitazione dovrà essere fatta abbastanza lentamente e col maggior raccoglimento possibile. Non c’è alcuna fretta.
LEZIONE 29
Dio è in tutto ciò che vedo.
L’idea di oggi spiega perché puoi vedere uno scopo in ogni cosa. Spiega perché nulla è separato, in sé e per sé. E spiega perché nulla di ciò che vedi ha alcun significato. In effetti spiega tutte le idee che abbiamo usato finora, ed anche tutte le successive. L’idea di oggi è tutto ciò su cui si fonda la visione.
Probabilmente avrai molta difficoltà ad afferrare quest’idea a questo punto. Puoi trovarla stupida, irriverente, insensata, divertente e persino biasimevole. Certamente Dio non è in un tavolo così come tu lo vedi, per esempio. Eppure proprio ieri abbiamo sottolineato il fatto che un tavolo condivide lo scopo dell’universo. E ciò che condivide lo scopo dell’universo condivide lo scopo del suo Creatore.
Quindi oggi prova a cominciare ad imparare a guardare tutte le cose con amore, apprezzamento ed apertura mentale. Tu non le vedi ora. Vuoi sapere cosa si cela in esse? Nulla è come ti appare. Il loro scopo santo è al di là della tua sfera limitata. Quando la visione ti avrà mostrato la santità che illumina il mondo, comprenderai perfettamente l’idea di oggi. E non ti spiegherai come tu abbia mai potuto trovarla difficile.
I nostri sei periodi odierni di pratica, di due minuti ciascuno, dovranno seguire uno schema ormai familiare: inizia col ripetere a te stesso l’idea di oggi e poi applicala a soggetti scelti a caso attorno a te, citando ciascuno di essi specificatamente. Cerca di evitare la tendenza a fare una selezione da te pilotata, cosa che può essere particolarmente allettante in connessione con l’idea di oggi, considerando la sua natura a te totalmente estranea. Ricorda che ogni ordine imposto da te è altrettanto estraneo alla realtà.
La tua lista di soggetti dev’essere pertanto quanto più libera possibile da una tua selezione. Una lista adeguata potrebbe includere, per esempio:
Dio è in questo attaccapanni.
Dio è in questa rivista.
Dio è in questo dito.
Dio è in questa lampada.
Dio è in quel corpo.
Dio è in quella porta.
Dio è in quel cestino per i rifiuti.
Oltre ai periodi di pratica stabiliti, ripeti l’idea di oggi almeno una volta ogni ora, guardandoti lentamente attorno mentre ti ripeti senza fretta le parole. Almeno una o due volte dovresti provare un senso di quiete nel farlo.
LEZIONE 30
Dio è in tutto ciò che vedo perché Dio è nella mia mente.
Oggi cerchiamo di usare un nuovo tipo di “proiezione”. Non tenteremo di disfarci di ciò che non ci piace vedendolo al di fuori di noi. Cercheremo invece di vedere nel mondo ciò che c’è nella nostra mente, e che c’è ciò che vogliamo riconoscere. In tal modo cerchiamo di unirci con ciò che vediamo, invece di mantenerlo separato da noi. Questa è la differenza principale tra la visione ed il modo nel quale tu vedi.
L’idea di oggi dovrà essere applicata il più spesso possibile per tutta la giornata. Ogni volta che ne hai il tempo, ripetila lentamente a te stesso, guardandoti attorno e cercando di renderti conto che l’idea è applicabile a ogni cosa che vedi ora, o che potresti vedere ora se fosse alla portata della tua vista.
La visione reale non è limitata da concetti quali “vicino” e “lontano”. Per aiutarti a cominciare ad abituarti a quest’idea, quando applichi l’idea di oggi cerca di pensare a cose al di là della portata attuale della tua vista, oltre a quelle che riesci effettivamente a vedere.
La visione reale non solo non è limitata dallo spazio e dalla distanza, ma non dipende affatto dagli occhi del corpo. La mente è la sua unica fonte. Per aiutarti ad abituarti anche a questa idea, dedica numerose esercitazioni ad applicare l’idea di oggi ad occhi chiusi, utilizzando qualsiasi soggetto ti venga in mente, e guardando dentro di te piuttosto che fuori. L’idea di oggi si applica nello stesso modo a entrambe le possibilità.
LEZIONE 31
– Io non sono la vittima del mondo che vedo.
1. L’idea di oggi è l’introduzione alla tua dichiarazione di libertà. Ancora, l’idea dovrebbe essere applicata sia al mondo che vedi fuori, che a quello che vedi dentro. Nell’applicare l’idea utilizzeremo una forma di esercitazione che useremo sempre di più, con i cambiamenti che indicheremo via via. Parlando in generale, questa forma include due aspetti: uno in cui tu applichi l’idea su una base più strutturata, l’altro consiste in frequenti applicazioni dell’idea durante il giorno.
2. Sono necessari due periodi più lunghi di pratica per l’idea di oggi, uno al mattino e l’altro la sera. Si raccomandano da tre a cinque minuti per ciascuno di essi. In questo lasso di tempo guarda lentamente intorno a te mentre ripeti l’idea due o tre volte. Poi chiudi gli occhi ed applica la stessa idea al tuo mondo interiore. Sfuggirai ad entrambi insieme giacché quello interiore è la causa di quello esterno.
3. Mentre osservi il tuo mondo interiore, lascia semplicemente che qualunque pensiero ti attraversi la mente arrivi alla tua consapevolezza, consideralo per un momento, dopodiché sostituiscilo col successivo. Non cercare di stabilire alcun tipo di gerarchia tra loro. Osservali andare e venire il più spassionatamente possibile. Non ti soffermare su nessuno di essi in particolare, cerca anzi di farne scorrere il flusso costantemente e con calma, senza alcun investimento particolare da parte tua. E mentre stai seduto ed osservare tranquillamente i tuoi pensieri, ripeti a te stesso l’idea di oggi quanto desideri, ma senza alcun senso di fretta.
4. Inoltre ripeti l’idea di oggi il più spesso possibile durante il giorno. Ricorda a te stesso che stai facendo una dichiarazione d’indipendenza in nome della tua stessa libertà. E nella tua libertà si trova la libertà del mondo.